“Da un autoscatto arrivato da un’amica, col colore e vere cannucce di palude ho riprodotto questa sua condizione: la fanciulla mi raccontò di essere stata concepita a Venezia e di trovarsi a suo perfetto agio in ambiente liquido. In effetti ho avuto modo di vederla in diverse immagini che la ritraggono in quello che evidentemente è il suo ambiente naturale.”

“Una delle lune che mi sono meglio riuscite, adagiata su quella nuvola da farla sembrare, secondo le diverse visioni di differenti spettatori, di volta in volta in cielo o sopra un’onda o chissà cosa d’altro. Comunque sia, il miglior augurio per ben dormire e, possibilmente, sognare.”

“Partendo da un ingrandimento di una mia foto ed utilizzando molti più colori di quanti appaiano, ho ottenuto un risultato particolarmente apprezzato nelle differenti occasioni dove è stato esposto.
Di proposito, come in quasi tutte le opere “celesti”, non ho utilizzato altri materiali oltre il colore, nonostante la tentazione di mettere “terra” sulla luna sia costante.”

“Le persiane chiuse, con tutte le interpretazioni possibili relativamente a questo interesse, sono state da me fotografate e riprodotte in più occasioni. In questo caso trattasi di edificio abbandonato nel basso Piemonte e il muro è fatto con terra di mattoni, il davanzale con sabbia, le persiane con segatura.”

“Quest’opera potrebbe avere anche altri titoli, ma questo mi risulta il più gradevole, perché è davvero un lavoro autobiografico, in quanto frutto di una visione, di cui pochi intimi sono a conoscenza.
Oltre al colore c’è segatura per il tessuto della sedia e quarzite per dare più volume alla sabbia della riva.”

“La sabbia (vera), l’acqua bassa e un secchiello: quanto basta per riempire una piccola tela di ricordi ed emozioni. D’altra parte credo che molti di noi più che volentieri trascorrerebbero più tempo in questo genere di attività.”

“È il risultato di una delle (tante) raccolte di fiori finalizzate a creare composizioni: ma trattandosi di Graminacee, la tentazione di simulare un altro ambiente ben diverso da quelli che sono abituato a frequentare si è concretizzata rapidamente.”

“La prima volta che ho visitato questo luogo mi sono perso nei suoi vicoli a guardare la quantità di vasi, fiori e ogni sorta di tutto ciò che può essere appeso laddove lo spazio orizzontale sia limitato.
Ne ho dipinto una porzione minima, ma emblematica, utilizzando le terre colorate di cui in quel paese è particolarmente ricco.”

“Parafrasando, almeno in parte, uno dei versi della mia colonna sonora, ho trovato che questa immagine si meritasse un titolo così. Anche perché ho in questo modo completato l’elenco delle esperienze possibili descritte in quella canzone.”

“Quando ho deciso di iniziare a realizzare una serie di “metriquadri” copiando le foglie cadute, non immaginavo che avrei incontrato il Grande Pioppo che ogni anno mi fa trovare ai suoi piedi una miriade di funghi. Perciò un omaggio a questo albero magico era doveroso. Le foglie sono state dipinte a strati sovrapposti in un esercizio di pazienza di cui non mi credevo capace.”

“È una Banksia, rosa senza spine ed in questo carattere sta la sua differenza ed il suo pregio maggiore. Sempre da parte del giardiniere devo aggiungere che è stato impossibile dipingere la reale quantità di piccoli fiori prodotti da questo vegetale capace, com’è stata anche nel mio giardino, di coprire in breve tempo incredibile spazio.”

“Il “tra” potrebbe intendersi anche come un “con”, visto il tempo che trascorro in questo luogo e l’attenzione che dedico, quasi quotidianamente ai miei compagni di vita. Tra le più di 100 fioriture che qui avvengono ogni anno, ho avuto nel tempo non poche difficoltà a fare delle scelte, men che meno delle preferenze: di fatto è la stessa difficoltà che ho per rispondere alla classica domanda sul quale sia il quadro che preferisco …”

“È un’onda, semplicemente, fra tante: ogni volta che mi siedo di fronte all’acqua in movimento fatico poi ad allontanarmene. Spesso mi sono ritrovato anche a contarle. C’è una gran voglia di autoipnosi in questa attenzione o più semplicemente è attrazione verso l’elemento di cui sono maggiormente formato e perciò influenzato? Ad altri la risposta, comunque, per rendere le gocce al meglio, ho usato il vinavil.”

“In tempi dove violenza e tristezza la fanno da padrone, ho ritenuto di rendere omaggio ad una tra le tante Donne che in un angolo del Pianeta meno lontano di quanto sembri, come fossero in un altro tempo, riescono a conciliare capacità biologiche e scelte politiche. Le terre per ricordare la polvere dominante quei luoghi e la lattina per sottolineare l’estraneità e la vera violenza del capitalismo erano i materiali che ho aggiunto, senza alcun dubbio, al colore.”

“Da una delle poche foto della mia infanzia mi sono rivisto, riconoscendo il luogo, i suoi colori e i suoi odori. Ci vorrebbe molto più spazio per raccontare e poi, soprattutto, non ci sono più i testimoni: non è forse questo il limite delle tele rispetto alle immagini in movimento?”

“20 tele realizzate in tempi diversi e assemblate per l’occasione hanno accolto i visitatori all’ingresso della personale del 2016. Ma la cosa non finisce qui perché, anno dopo anno, altri pezzi si aggiungeranno, esattamente come è nella realtà del bosco o, meglio, dei boschi in cui mi ritrovo a vivere sempre più spesso.”

“Sono le mie impronte, che ho lasciato in riva a quel lago dove sono nato.
Le ho realizzate col gesso semplicemente per poterle conservare e poter dire “io c’ero”.
.”

“La pelle è molto più importante di quanto comunemente si pensa e non solo da un punto di vista fisico. Noi comunichiamo col mondo che ci circonda con la nostra pelle. Non potendola utilizzare direttamente come materiale ho dovuto ricorrere al tessuto colorato di rosso per rendere visibile la quantità di spazio che abbiamo a disposizione.”