“Un altro pezzo del torrente più conosciuto da sempre, con colori diversi, un angolo diverso come solo può essere la natura nel suo continuo mutare.”

“Un viaggio a Venezia, con una guida insolita, lontano dai soliti percorsi turistici, mi ha fatto conoscere una realtà che ignoravo. Unica, diversa, anche nei colori. In ogni luogo c’è una luce diversa, basta solo guardare.”

“Un angolo di paesaggio ignorato per anni, nonostante fosse lì da sempre: spesso non occorre andare lontano per meravigliarsi.”

“La drammatica realtà di un albero che, spesso, se si sviluppa lontano dai suoi simili non riesce a sopravvivere.”

“Uno dei miei lavori più importanti, fino ad allora: un bosco di betulle osservato per anni nella sua evoluzione, d’improvviso prese una dimensione diversa e la notte in cui terminai il lavoro, mi ci trovai dentro. L’uso di sabbia e segatura, per la prima volta in maniera consistente e determinante, mi hanno consentito di dare forma ad una natura fino ad allora dipinta in maniera piatta, superficiale. Confesso che con quest’opera mi sono sentito finalmente realizzato, appagato, saturo.
E ne ho provato un piacere immenso, carnale.”

“Il primo di una serie di lavori con quell’immensa distesa di acqua e terra nella quale ci si vorrebbe spesso perdere.”

“Un altro semplice omaggio ad un buon raccolto. Una semplice immagine per una semplice verdura il cui valore (nutritivo) è spesso sottovalutato o scontato. Eppure solo ogni volta che le semini e le raccogli ti accorgi di quanto siano importanti.”

“Un’altra inquadratura del ‘torrente’. Un altro modo per dire ‘grazie’.”

“Ancora il Mottarone come soggetto: questa volta per ricordarne la capacità nei secoli passati di nutrire mandrie innumerevoli e sopportarne il carico.”

“La semplice riproduzione di un fenomeno coloristico più volte osservato, ma mai prima preso in considerazione, forse proprio a ‘causa’ della sua ‘banalità’. Uno dei tanti esercizi per meglio comprendere anche la capacità dell’occhio a percepire il ‘vicino’ e il ‘lontano’, per avere conferma del fatto che forme e colori siano reciprocamente dipendenti e noi li si possa, al massimo, interpretare.”

“In unica composizione, una serie, tra le innumerevoli variabili possibili, di manufatti la cui diversità in quella regione è semplicemente stupefacente. Frutto dell’amore dei suoi abitanti e del loro coraggio a mantenere il paesaggio (anche antropizzato) usandone i materiali. Ben altra realtà rispetto alla massificazione di molti nostri luoghi turistici.”

“Sono tutti quelli che non ho mai avuto la possibilità di visitare, di vivere. Perché lontani o, più banalmente, perché chiusi al visitatore. Per ragioni le più varie, compreso l’abbandono. Come quando, arrivato al cancello del signor Monet, l’ho trovato chiuso. Per riposo settimanale.”

“Qualche pietra in un rivolo d’acqua, prima che diventi fiume. Essenziale nella sua semplicità e nel candore. Di fatto, una delle mie opere più ammirate. Soprattutto dalle donne. Per motivi che ignoro e nessuna delle medesime mi ha mai saputo manifestare.”

“Una visione molto personale, quasi irreale, di uno dei luoghi più visitati e fotografati della mia terra. In realtà un posto davvero unico, romantico per eccellenza, un po’ meno d’inverno quando anche le soste dei battelli si diradano.”

“I colori del lago Maggiore, illustrati con inconsueta angolazione: penso che una vita non sia sufficiente per conoscere davvero ogni angolo di questo lago sul quale pure ho avuto il privilegio di nascere.”

“Attraversando la Camargue in primavera, quando ancora non è affollata, si possono fare incontri altrimenti impossibili. E i colori che ne conseguono meritano una sosta. L’eterno problema del viaggiatore non è forse quello del motivo stesso del viaggio? E la fretta non aiuta mai a trovare la soluzione. Per questo si ritorna spesso dove si è vissuto bene.”

“Un piccolo lago alpino, così chiuso tra i monti che la luce vi fatica ad arrivare per molti giorni l’anno.”

“La distanza tra le due sponde è tale da favorire fenomeni che ne riducono la percezione visiva, comunque alterandone gli effetti. O forse erano lacrime che modificavano l’immagine. Il sole, alla sera, comunque faceva impressione.”

“E’ un classico dei paesaggi lacustri: ciò che d’estate ci appare vivo e affollato, con l’arrivo della stagione fredda diventa irrimediabilmente più melanconico, triste, piccolo.
Se poi prendiamo in considerazione uno spazio già di per sé ristretto, ecco che i fenomeni ottici ci appaiono ancor più… riducenti e cupi fino ad assumere forme spettrali.”

“Una bancarella di un mercato del sud attirò la mia attenzione per l’esiguità e la particolarità delle merci esposte: solo abbigliamento intimo rosso e qualche sacchetto di lupini da masticare. Anche quella volta non ho osato chiedere il motivo di tale scelta commerciale. Eppure un qualche motivo ci sarà pur stato. Almeno nella psiche del venditore.”

“La prima volta che sono arrivato in quella terra tanto raccontata ho potuto prendere atto che la realtà spesso supera ogni descrizione e me ne sono innamorato. Maremma, uno di quei posti di cui, a distanza di anni, non potrei fare a meno. E ci devo tornare, ogni tanto.”

“Un altro paesaggio, altri colori, altra voglia di dipingere ancora. Sempre più spesso. Non foss’altro perché, come diceva il filosofo , l’esercizio sviluppa l’organo.”

“Il sud della Francia, generalmente inteso, si associa a luoghi e a persone in cui asprezza e dolcezza si associano e convivono con risultati eccellenti per la qualità della vita. Anche i colori ne risentono, così come gli animi: altrimenti non si spiegherebbero migrazioni di artisti e pensionati in quella direzione. In questa , come in altre tele con medesimo soggetto, ho usato le terre raccolte sul luogo.”

“Un esercizio pittorico a seguito della visita al museo oceanografico del Maestro Cousteau: un mondo affascinante, a me precluso, per il quale mi resta solo la fantasia. E la voglia di esserci dentro.”

“Un’altra composizione, realizzata a partire dall’incontro con una realtà così diversa da quelle cui ero abituato, fatta di colori sapientemente … mescolati a caso dalla storia e dalla necessità di ripararsi dal sole del sud.”

“Il percorso del torrente Vevera è estremamente vario e presenta diversi salti d’acqua.”

“Al numero 44 di una via di cui non ricordo il nome, in un villaggio sconosciuto, in Provenza, mi capitò di vedere una casa di un colore unico. Una tra le tante, con una tenda a pois e un uccelletto in gabbia. Non so cosa avesse di speciale, né lo saprò mai poiché non saprei ritrovarla. Ma lì mi sono fermato e magari un giorno mi ci ritroverò davanti di nuovo.”

“La prima volta che mi sono trovato a visitare quegli spazi in riva al mare di Provenza, ricordo che non volevo allontanarmi senza prima aver capito come fosse possibile tutto ciò. E ho perciò girato per ore fino saziare la mia curiosità. ‘Naturalmente’ ci sono tornato altre volte nel tempo, e ogni volta accompagnando sempre nuovi visitatori: non saprei fare diversamente di fronte a un tale spettacolo della natura e del lavoro dell’uomo.”

“I colori del lago Maggiore, illustrati con inconsueta angolazione: penso che una vita non sia sufficiente per conoscere davvero ogni angolo di questo lago sul quale pure ho avuto il privilegio di nascere”

“Guardando dalle montagne del Veneto verso est si assiste ad una tale successione di piccoli rilievi che la percezione degli spazi e delle distanze ne risulta alterato. Di sicuro sapevo che da quella parte c’è il ‘sol levante’, che in quella direzione andò Marco Polo e che da là arrivavano spezie e tessuti: quanto mi bastò per usare dei colori diversi, di altri tempi. In questo lavoro, forse più che in altri precedenti, si avverte la mia ricerca nella costruzione dell’opera, in quanto a forma e dimensioni della tela, linee essenziali, prospettive e punti di forza. Del tutto originali e personali.”

“L’acqua bassa e calda, l’abbondanza di sale ed alghe, dal punto di vista dei fenicotteri coi quali ho convissuto per un intero pomeriggio, fingendomi uno di loro, per quanto possibile, e senza disturbare.”

“Una località balneare dell’Argentina mai visitata direttamente, ma solo attraverso le descrizioni di chi c’era, per anni, a raccontarmi un altro continente. La sabbia, ovviamente, non è quella originale, purtroppo, ma di uno dei nostri mari, la più somigliante alle foto di un depliant turistico.”

“Per anni, durante i quotidiani viaggi per lavoro, è stato il Monte Rosa a darmi il buongiorno e a fornirmi anche le più attendibili previsioni meteo per la giornata. L’imponente massa di rocce, pur trovandosi a decine di km in linea d’aria, si fa ben notare a chiunque arrivi da sud. Ed è nel tempo diventato un simbolo stesso della regione e della storia. Meritava perciò la mia attenzione ed il premio di una tela.”